"Il mio lavoro era principalmente far circolare i treni a differenza del capostazione titolare che gestiva con la segreteria tutto il personale. Io ero un capostazione operativo e svolgevo il mio lavoro in tre turni: mattino/notte e pomeriggio. All'inizio ero nell'ufficio movimento da dove ero in contatto con le stazioni di Borgo San Dalmazzo e Centallo per poter inviare i treni verso Limone e verso Fossano. In quel periodo - non essendoci ancora sulla linea i sistemi di sicurezza - si chiedeva la "via libera" alla stazione limitrofa su un registro chiamato M100VL. Ottenuto la via libera si poteva inviare il treno su quella tratta. Il capostazione di Centallo faceva la stessa cosa con quello di Fossano. Con questa procedura era difficile sbagliare..."
...... e perciò mi sento in dovere di ricordare, per quello che mi è possibile, una persona gentile, educata, incompresa e sfortunata ........
....... Rosanna è stata una professoressa di pianoforte, e da quello che lasciava trasparire anche di buona cultura. Vista dall'esterno si mostrava come una donna un po' stravagante: d'estate andava in giro per Cuneo con delle gonne colorate e camicette a fiori. Inoltre, aveva il viso truccato in modo pesante e appariscente. Le labbra erano colorate con un rossetto rosso fuoco, le gote erano evidenziate da un leggero tocco di fard colorato, nella tonalità del rosso e, fra i tanti capelli scuri mostrava sempre una finta rosa rossa, fermata da un grosso nastro rosso, lo stesso colore della sua borsa di stoffa a tracolla. Evidentemente il colore rosso era il suo preferito. Perché ho desiderato parlare di lei, che non avevo mai incontrato e conosciuto di persona fino a quella fredda, per non dire gelida, notte di novembre? ........
Quella notte pioveva a dirotto e il freddo si faceva sentire nelle ossa, quando Rosanna si fermò davanti alla mia porta a vetri che si trovava al piano marciapiede del primo binario. Aveva bussato con una certa delicatezza quasi senza far troppo rumore, ma che io avevo sentito, solamente, per il silenzio… della notte. Una delicatezza particolare, molto rara e non da tutti. Io avevo pensato che fosse venuta per chiedermi l'informazioni sugli orari dei treni in partenza. Erano all'incirca le 02:00 di notte. Era un orario un po' singolare. Mah! Alziamoci… Mi ero alzato dalla sedia e avevo notato attraverso il vetro appannato, dovuta alla spessa condensa, causata dal freddo intenso, una figura femminile. Senza pensarci più di due volte l'avevo fatta accomodare in ufficio. Si era presentata dicendo che si chiamava Rosan.., che subito non compresi bene. Con un certo timore e con educazione mi aveva chiesto se era possibile restare in ufficio al caldo e in compagnia per qualche ora. No… non mi aveva chiesto l'orario dei treni per partire, ma per fermarsi al caldo dell'ufficio. Io, mi sono messo nei suoi panni e non avevo avuto alcuna remora a farla entrare. Le avevo indicato una sedia accanto a un tavolino. Mi ringraziò e, dopo aver preso la sedia, si era seduta in un angolo, nei pressi di un caldo termosifone. Dopo qualche momento di silenzio, mi aveva raccontato alcune cose della sua vita. Frattanto, pur dandole un po' d'ascolto, ho proseguito con il mio lavoro. Poco prima della fine del mio turno di lavoro che terminava alle 6:00 prese la sua grande borsa rossa a fiori, mi salutò e andò via. In quel poco tempo insieme, non mi era sembrata una persona estroversa, ma… di poche parole. Era una persona educata, molto timida e timorosa del contatto con la gente. A volte… non sempre l'abito fa il monaco! Come un flash mi ritornò in mente Ermione, la figura femminile, che ispirò Gabriele D'Annunzio nella bella lirica "La pioggia nel pineto"
..... Quella è stata l'ultima notte che avevo incontrato Rosanna. Non era più venuta a trovarmi né di notte né di giorno. Non avevo saputo più niente di lei. Come mai? In seguito da un amico e collega ferroviere ligure, ero venuto a sapere che si poteva incontrare nel centro e sulla spiaggia di Sanremo e a volte anche a Bordighera. Era un "personaggio" che non passava senza farsi notare, in particolar modo, per le sue camicette e gonne multicolori, senza trascurare il nastro e la rosa sul capo. Inoltre, aveva la cattiva abitudine di camminare troppo vicino ai bordi delle strade. Vista in giro, dava l'impressione di scorgere una serra fiorita in movimento. Dopo una decina d'anni mi recai, con mia moglie, a Ventimiglia per le vacanze estive e, per caso, alla mensa dei ferrovieri incontrai un amico e collega capostazione che lavorava proprio alla stazione della Città di confine e della Battaglia dei fiori. Così era chiamata Ventimiglia. Parlando del più e del meno gli avevo domandato se, per puro caso, avesse incontrato una signora un po' stravagante con una rosa e un vistoso nastro rosso in testa. Non tanto sorpreso, mi riferì che quella signora, della quale non conosceva il nome, ogni tanto si recava a mangiare alla loro mensa. Questo per un certo periodo e poi non l'aveva più vista né alla mensa né in giro. Mi era sembrato non tanto sincero e non molto convincente ........