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7 - 2025

Ogni qualvolta mi accingevo a scrivere un articolo partendo dal titolo di qualche giornale online mi ritrovavo sempre al solito dilemma. Un foglio bianco da riempire, da un lato invitante, dall'altro ripugnante.

Rileggendoli adesso, questi articoli mi confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il tempo passa ma nulla cambia. Cambiano i nomi per il resto nulla. Perfino adesso che vorrei pubblicarli fatico a trovare un motivo. Quando li avevo scritti i giornali cartacei avevano ancora il monopolio sulla piazza. Qualsiasi giornale o rivista aveva sempre avuto per me un notevole fascino. Un qualcosa di materiale tra le mani a incominciare dalla  carta, tutte le parole scritte e perfettamente impaginate, le fotografie e tutto il resto. Da persona concreta potevo facilmente immaginare tutto il lavoro che c'era dietro. Purtroppo a rovinare tutto sono sempre stati i contenuti. Mi riferisco in particolare ai quotidiani. Ecco il post che avevo scritto nel novembre 2000.

In questo post voglio parlare dei giornali che sono parte della nostra vita. Presenti in ogni bar fin dal primo mattino, sono un oggetto familiare. Mio padre, deceduto da poco, è stato abbonato per tutta la vita a un quotidiano. Il primo si chiamava "Gazzetta del popolo" e dopo il suo fallimento, "La Stampa" sempre di Torino. Per tutta la vita ha sempre fatto l'operaio, non aveva frequentato scuole, il giornale rappresentava un livello sociale molto diverso dal suo e per questo motivo lo incuriosiva. Mai sentito mio padre commentare quello che leggeva. Era uno spettatore liberale. Questa sua curiosità contrastava con il suo carattere veramente difficile, non saprò mai il perchè, forse le difficoltà che aveva dovuto superare, che mi avevano raccontato, chissà.

Eppure era un vero liberale e non sapeva di esserlo. Le etichette politiche non significavano nulla per lui. Un solo principio nella sua vita. Un detto popolare piemontese che tradotto dice: La cosa più importante nella vita è fare il fuoco con la propria legna. Cioè non chiedere nulla a nessuno, nessun privilegio, nessun prestito, soltanto il frutto del tuo lavoro. E quando dico lavoro intendo FATICA e disciplina ogni giorno, senza mai lamentarsi. Milioni di persone della sua generazione l'hanno fatto ma non tutti.

Il cattivo esempio dei giornali, ma anche della televisione, giorno dopo giorno, entrerà a far parte della vita quotidiana di quelli nati dopo. Il lavaggio del cervello cambierà profondamente la società in modo subdolo. 

La cuccagna, il tema ricorrente dei miei post dove mi prendo una rivincita nei confronti dei giornali è sempre stata un esempio per loro. Non quello offerto dalle persone che ogni giorno costruiscono la società lontano dai riflettori. No, quelli che ci vivono sulle spalle, in tutti i settori grazie alle leggi create unicamente per questo scopo. L'ipocrisia è lo standard. 

Il motivo è facilmente comprensibile. Se non fosse stato per i soldi dello stato, nessun giornale avrebbe potuto esistere. I costi in rapporto ai ricavi delle vendite avrebbero affossato qualsiasi attività privata. Il risultato? I giornali ringraziano. Tutti i giorni dell'anno sulla prima pagina i politici di ogni  schieramento, che ottengono in questo modo pubblicità gratuita. Chiacchere inutili, insignificanti, finalizzate unicamente al mantenimento dei privilegi di tutto l'apparato statale. Tutto il resto è un riempitivo. cronaca, sport, spettacolo e via dicendo. Praticamente impossibile trovare una opinione credibile.

Tuttavia il discorso è sterile. Nessuno ti obbliga a leggerli. Ironia della sorte, se compri una medicina in farmacia, il bugiardino è lungo un kilometro (ma quanti lo leggono?), se compri un giornale non c'è nessuna avvertenza in prima pagina.

(I GIORNALI)   8 marzo 2025